lunedì 25 maggio 2009

Le scarpine delle italiane

Da quando l'uomo occidentale ha un interesse speciale per i piedini delle sue compagne, possibilmente costretti in eleganti scarpine con il tacco alto?
Perlomeno dai tempi della favola di Cenerentola, con la sua scarpetta di vetro e il piedino più piccolo e grazioso del reame.
Sicuramente dagli stessi anni la donna occidentale, e italiana in particolare, trova un particolare piacere nell'indossare scarpine con i tacchi alti e verificare gli sguardi di interesse e di approvazione degli uomini che la circondano. Un interesse diventato sempre più attento da quando le gonne si sono accorciate e, oltre ai piedini, era possibile vedere una buona parte delle gambe, magari tutte le gambe, inguainate in calze di seta o di nylon, in collant o giarrettiere, o nude e accuratamente depilate.
All'inizio fu il decolletè, quelle scarpe che gli americani chiamano pumps e che davano slancio alle eleganti figure di donna in abiti Dior degli anni '50, con ampie gonne poco sotto il ginocchio e vita stretta.
Il decollete dopo quella stagione felice è rimasto sempre con noi (per fortuna) con solo brevi interruzioni nei trasgressivi anni '60 e nei barbari anni '70, ed è la soluzione preferita per la donna seduttiva, ancora meglio se dentro la scarpa chiusa piede (e gamba) non sono costretti nelle calze, ma esposti e abbronzati.
Ma d'estate il piedino della donna poteva essere anche liberato ed esposto, per poter osservare la perfezione della forma, le dita proporzionate secondo un arco, le unghie attentamente curate e laccate con colori vivaci, innaturali, decorativi. Erano i sandali con i tacchi alti, anch'essi nati in quella stagione di finto perbenismo e nuovo sotterraneo edonismo, gli anni '50, e anch'essi rimasti per sempre tra noi, con tacchi sempre più alti, e particolari sempre più intriganti. Come i lacci tipo schiava, arrotolati su per il polpaccio. Come la dimensione sempre più ridotta delle fasce che mantengono i piedini in posizione, ridotti pian piano a livello di stringhe quasi invisibili. Come l'assenza di ogni forma di contenimento per la caviglia, e la conseguente necessità per la seduttrice, di camminare con attenzione, passi corti e sedere alto e stretto, per mantenere la scarpa con la sola punta dei piedi.
Ma poi sono arrivate altre varianti, timidamente negli anni '60, ma in modo più convinto negli anni 2000, una elaborazione della calzatura più antica del mondo, quella che ora chiamiamo infradito. Quella che negli anni '60, quando è stata lanciata in Italia, veniva chiamata rock 'n roll, e poi più tardi nei '70 samurai, e che gli americani chiamano flip-flop. Ma una banale ciabatta flip-flop può anche diventare una calzatura intrigante, se l'infradito è utilizzato per tenere ben fermo il piede in un elegante sandalo con i tacchi alti. E il tutto può essere anche arricchito da una stringa che sale, ricordando le calzature della schiave dell'antica Roma. Ah, le schiave, che non potevano dire di no, forse neanche volevano dire di no. E poi può essere ulteriormente arricchito da un piedino aggraziato come quello della mia amica.
Negli anni 2000 è arrivata anche un'altra moda, per tutte le donne, direttamente dall'immaginario sado-maso: le scarpe con i tacchi alti delle dominatrici e delle sottomesse, di Sweet Gwendoline e delle accolite di Sir Distic D'Arcy (l'eroina degli anni '50 i John Willie), gli stivali a punta e stringati, le decolletè arricchite di catenine e cavigliere, i tacchi di acciaio a stiletto. Incredibile vedere il sogno di un feticista (a stadio avanzato) ai piedi delle impiegate, nella vita di tutti i giorni, eppure per lunghi anni è andata proprio così.
I creatori di moda di scarpe (che sono ignoti, a differenza di quelli notissimi dei vestiti) hanno però ideato qualcosa che andasse ancora avanti, scoprendo altre sfaccettature dell'erotismo legato al piede femminile, il nuovo sabot sexy.
(continua)

Foto (dall'alto in basso): Pubblicità Internet  / Sergio Rossi / Yoox 2007 / Italian Style / Internt (Fergie) / Copyright implicito, materiale Internet public domain, segnalare eventuali richieste di cancellazione con un commento)

Pubblicato originariamente il 30-7-2007

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