venerdì 26 febbraio 2010

Jeans e tacchi alti

E' una accoppiata apparentemente illogica. Un pantalone da battaglia, "fuoristrada", creato per essere robusto, per i cowboy, per gli operai, e poi diventato l'indumento giovanile per eccellenza, ma sempre per la sua disinvolta praticità, per essere la negazione della ricercata eleganza. E i tacchi alti, strumento di seduzione per eccellenza, calzatura dal misterioso potere, in grado di trasformare ogni donna (o quasi) in una potenziale seduttrice, in grado di distrarre qualsiasi uomo dalle sue faccende e posare l'occhio su di lei, la fata che sta passando.

Eppure qualche anno fa, ormai oltre 30, sul finire degli anni '70, a qualcuno o qualcuna è venuta l'idea di indossare sandali o scarpe chiuse con i tacchi alti proprio sotto i jeans, che nel frattempo erano diventati sempre più attillati e nuovamente stretti in fondo. Sarà stata una idea di un qualche stilista (il qualcuno di cui sopra) o sarà emersa dalla street fashion, dalla moda inventata giorno per giorno dalle donne? Non lo so, non ne ho la certezza, ma penso che la risposta sia la seconda. In fondo bastava poco, per una bella donna, bastava avere l'idea di fare qualcosa di diverso ... e uno specchio.

In ogni caso i jeans coi tacchi alti, sia d'estate con i sandali (la massima espressione, secondo me), sia d'inverno con le decolletes chiuse o con stivaletti con i tacchi alti (un insieme meno dissonante, sportivo più sportivo, ma molto molto efficace) da quei giorni lontani sono rimasti, per fortuna, sempre tra noi. E non se ne andranno.

Ecco una pubblicità che annuncia la stagione primavera estate, della casa di mode italiana (di Carpi) E-gò, che rinuncia volentieri a mostrare metà della propria produzione, ma grazie ad una immagine semplice, che richiama un incontro che potremmo fare tutti i giorni (per fortuna in Italia le giovani donne sono di frequente così) celebra al meglio l'eterna potenza di jeans e tacchi alti.

martedì 16 febbraio 2010

Carnevale a Rio

Oggi è martedì grasso e arriverà al solito massimo per poi chiudere anche il più famoso carnevale del mondo, quello di Rio de Janeiro e dell'intero Brasile, celebrato in articoli e film come Orfeo negro. Ormai banalizzato, occasione turistica, ma con sempre dentro qualcosa di autentico, che va indietro sino al concetto di sacro che sta dentro agli antichi baccanali e alle feste orgiastiche di ogni cultura del mondo.
Queste sono foto di un carnevale di qualche anno fa, il 2005, ma ben poche penso siano le differenze con quello di quest'anno.

































































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